Nel corso di un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, il Cav. Lav. Mario Boselli ha potuto fare il punto sulla situazione del mercato del lusso in Cina soffermandosi sul progetto di espansione che si sta verificando nelle città di seconda fascia.
“In Cina il mercato del lusso e della moda di fascia alta è il secondo del mondo, con il 18,4% del mercato totale e un valore di 1.773 miliardi di dollari. Malgrado le difficoltà sanitarie ed economiche del periodo, le vendite sono cresciute del 48% nel 2020 per circa 54 miliardi di dollari (secondo il rapporto Bain&Company and Tmall Luxury Division). Bisogna anche ricordare che i cinesi erano soliti fare compere nelle principali città europee come Milano, Roma e Parigi mentre, a causa delle restrizioni negli spostamenti, è cresciuto notevolmente l’acquisto di questi stessi beni nei negozi e nelle catene commerciali presenti in Cina oltre che attraverso lo shopping online. Molti marchi italiani di alta moda hanno per questo predisposto specifiche strategie di comunicazione e di marketing grazie a campagne pubblicitarie veicolate attraverso Weibo e Wechat, i principali social-network, affidandosi alle proprie community di clienti e fan”.
Prosegue il progetto di sviluppo dei grandi marchi che, come Gucci, si dichiarano interessanti alle città di seconda fascia: “Si tratta di città che non sono sature di brand e catene di retail, quindi ancora mercati vergini. Inoltre la scarsità dei beni di lusso e punti vendita dedicati ha questa duplice conseguenza: incentiva la diffusione di beni contraffatti e imitazioni, stimolando l’e-commerce, anche se il 58% degli intervistati da Boston Consulting Group e Tencent ha espresso la preferenza per l’acquisto in negozi fisici. Ad avviare un’importante espansione verso queste città sono brand come Prada, Valentino Fashion Group, Ermenegildo Zegna” ha spiegato il Cav. Lav. Boselli.