“I sogni hanno accompagnato me e Moncler fin dal primo giorno: non abbiamo mai smesso di sognare, di essere fonte di ispirazione e al tempo stesso di lasciarci ispirare dagli altri». Parola del Cav. Lav. Remo Ruffini, Presidente e Ceo del marchio di piumini più famoso al mondo, al quale si è affezionato fin da quando negli anni ’80 sfoggiava la giacca leggera e superlucida già modaiola (come i paninari milanesi prima e quasi tutta Italia poi) a bordo del suo motorino sulla strada che da Grandate lo portava ai Salesiani di Como. «Quel piumino l’ho usato per anni. E, quando ho potuto, ho acquistato l’azienda» che lo produceva, ricorda patron Ruffini. Gli inizi (nel 2003) «non sono stati facili», ma poi il sogno è diventato realtà, grazie al suo particolare intuito che lo ha spinto ad abbandonare l’idea di un piumino legato ai giovani e al mondo sportswear per puntare sul lusso. Un approccio rivoluzionario che ha decretato il successo internazionale di Moncler portando l’azienda, dopo solo un decennio (nel 2013), alla quotazione in Borsa sulla Piazza di Milano.
Dalla strategia integrata, che combina il lato imprenditoriale a una poliedrica sensibilità creativa in continuo superamento, Ruffini non sbaglia un colpo (indimenticabile il progetto Genius). Stavolta conquista la Stazione di Milano Centrale per trasformarla in un’enorme galleria d’arte aperta ai viaggiatori (e al pubblico) con una mostra immersiva dal titolo “An Invitation To Dream”.