Lavoratori, sì. Ma poveri. Tradotto: sempre più persone, pur avendo un’occupazione, non guadagnano a sufficienza per arrivare a fine mese. Un fenomeno che è sempre più presente in città come Milano, dove il costo della vita è elevato. E “Working poor: se lavorare non basta per uscire dalla povertà” è il titolo dell’incontro organizzato ieri al Ristorante solidale Ruben di via Gonin 52, in zona Lorenteggio, che è un osservatorio privilegiato sulle nuove povertà fin dalla sua nascita, 9 anni fa. È un ristorante in cui mangiare ha il costo simbolico di un euro e in cui i commensali hanno a disposizione un menù. Ogni sera vengono servite 300 cene da volontari che si alternano e operatori fissi, mentre in cucina lavora uno staff messo a disposizione dalla fondazione Ernesto Pellegrini onlus.
I bambini sono circa un terzo del totale degli avventori e hanno da 0 a 12 anni (non pagano fino a 16 anni). Altro dato: la metà dei commensali è costituita da donne.
II 50%, poi, è rappresentato da stranieri, la maggior parte di seconda generazione, integrati a Milano. E da quando il Ristorante Solidale Ruben ha aperto (2014) ha tesserato 11mila persone. I numeri di chi è in difficoltà sono aumentati: in media, nel 2018, erano in 250 a sedersi la sera tra i tavoli.