«La sede dell’Ancorotti Cosmetics, ricavata all’interno degli ex stabilimenti Olivetti, è un modello a disposizione della città: siamo pronti ad aprire le porte della nostra azienda per condividere le strategie e le tecniche adottate nell’attenta e innovativa operazione di recupero»: così il Cav. Lav. Renato Ancorotti, patron del colosso della cosmetica internazionale che sorge in via dell’Industria, tende la mano ai progettisti del futuro polo dell’alta formazione.

Perché il quartier generale dell’Ancorotti ha molto – per non dire tutto – in comune con l’edificio che fino a pochi anni fa accoglieva l’università: strutture praticamente gemelle, concepite secondo un medesimo impianto progettuale.
«Sarei felice di dare il mio contributo illustrando i risultati dell’intervento di ristrutturazione, che ha ottenuto numerosi riconoscimenti». Dopo il Premio internazionale Dedalo Minosse per la committenza in architettura e quello della Biennale di Architettura di Venezia, il `restauro timido’ dell’ex Olivetti- firmato dallo studio Ermentini di Marco, Laura e Cino Ermentini con Matteo Serra – di recente è entrato anche nel novero delle 23 migliori architetture nelle opere di restauro al concorso indetto dal Consiglio Nazionale degli Architetti.
«Un rilancio dell’idea di Adriano Olivetti: diffondere la bellezza attorno a sé», motiva la commissione internazionale giudicatrice, che ha affidato alla rivista Yearbook le motivazioni della segnalazione. I giurati hanno particolarmente apprezzato il fatto che si tratta di un progetto per le persone, con innovazione e condivisione, che valorizza un modo di lavorare fondamentale per raggiungere grandi traguardi.