Ci sono, eccome: saranno donne il 479 degli atleti alle Olimpiadi di Milano-Cortina, «quelle più equilibrate di sempre sul piano del genere» come spiega Andrea Varnier, ceo del Comitato organizzatore e «padrone di casa». Vincono, e anche tanto. Come dimostra Martina Caironi (tutti ci ricordiamo il podio tricolore dei loo metri alle Paralimpiadi di Tokyo firmato SabatiniCaironi-Contrafatto). Raccontano storie straordinarie come Danielle Madam, la pesista che spiega come «lo sport mi ha salvato la vita. Ero una ragazzina arrabbiata, ho imparato l’impegno e la dedizione e sono diventata anche brava a scuola». Qualcuna, dopo essere stata campionessa, ha raggiunto ruoli apicali, come Diana Bianchedi, chief strategy planning di Milano-Cortina, Giusy Versace, senatrice, Claudia Giordani, vicepresidente Coni. Quindi esistono, vincono, hanno storie interessanti eppure le donne che fanno sport non si vedono, non compaiono e soprattutto non si trasformano mai in «esperte» a cui chiedere un contributo. La realtà emersa dal convegno «100 esperte per lo sport», condotto dal giornalista del Corriere, Alessandro Cannavò, è ancora più deprimente di quanto si sospetti.
«C’è ancora molto da fare» come ricorda il Cav. Lav. Diana Bracco, presidente Fondazione Bracco. Secondo il Rapporto del Global Media Monitoring Project, illustrato da Monia Azzalini, dell’Osservatorio di Pavia, le notizie di sport focalizzate sulle figure femminili in Europa sono il 496, in Italia il 396. Fra i professionisti dello sport, le donne hanno visibilità pari solo al 1496, ma non sono quasi mai interpellate a titolo di esperte. Ecco perché il progetto #looesperte ora si apre allo sport: nato nel 2016 da un’idea di Gi.U.LiA. (gruppo di giornaliste creato anche da Giovanna Pezzuoli, collega del Corriere oggi scomparsa, e animato, tra le altre, da Maria Luisa Villa), e dell’Osservatorio di Pavia, con il sostegno di Fondazione Bracco, ha creato una banca dati online (gratuita, looesperte.it) con i profili di donne che possono essere interpellate per parlare di temi che conoscono bene: dopo scienza, economia, politica internazionale, storia e filosofia, ora, appunto, c’è lo sport: sono già stati raccolti 50 profili fra atlete, professioniste del mondo accademico, delle federazioni, cresceranno presto. Aspettano solo di farsi sentire.