Come riporta L’Economia del Corriere della Sera, il Cav. Lav. Elena Zambon, 58 anni e 4 figli, presidente della casa farmaceutica fondata dal nonno Gaetano 117 anni fa a Vicenza e della quale è azionista alla pari (25% a testa) con le due sorelle (nel board) e il fratello, ha chiamato per la prima volta una donna, Ilaria Villa, alla guida operativa dell’azienda, che ha sede centrale e laboratori a Bresso, vicino a Milano, dal 1961. «Ho scelto abilità e competenze», precisa la presidente, che dice di non avere «mai perseguito la parità di genere, è venuta naturale». Oggi però nel comitato esecutivo di Zambon ci sono 4 donne e 4 uomini, mentre sono donne il 51% dei 2.800 dipendenti a livello globale (2.470 nel business Pharma). A Zambon interessa «assumere giovani», che «sono nativi digitali» e «la digitalizzazione impatterà su tutto il mondo della salute, incluse le case farmaceutiche, che dovranno riconsiderare il loro ruolo da produttori di farmaci a fornitori di servizi», dice. «Siamo una knowledge company sfidata di continuo dall’innovazione, che non sai mai quando e come nasce. Possiamo solo creare le condizioni perché le persone possano esprimersi al meglio».
Ilaria Villa, 49 anni e due figli, è arrivata in Zambon a maggio 2022 e ora, dopo la nomina ad amministratrice delegata, avrà il compito di guidare la nuova fase di sviluppo. L’obiettivo del nuovo piano strategico al 2027? Portare Zambon Spa «a 1,1 miliardi di fatturato nel 2027, un Ebitda (margine lordo) pari al 25% del fatturato entro il 2027, grazie ai farmaci contro le malattie rare, che potrebbero pesare fino al 50% sui ricavi, e alla spinta del mercato americano, sul quale ci prepariamo a sbarcare», anticipa la manager monzese. Per questo sono stati «previsti 490 milioni di investimenti in R&D e ulteriori 164 milioni in impianti tecnologici da qui al 2027».