Esplorare le varie discipline per trovare le radici del «segreto italiano» come frutto del sapiente mix tra unicità e sistema: questo l’impegno perseguito dal libro Il Segreto Italiano – di Vittorio Coda promosso da Istituto per i Valori di Impresa – che Avvenire ha raccontato in un articolo,
«La sorprendente constatazione dell’esistenza di imprese nate e cresciute in un contesto ostile all’intraprendere e che, ciò nonostante, in molteplici settori produttivi pongono l’Italia nelle primissime posizioni delle graduatorie europee e mondiali, suscita domande su come sia possibile il loro successo. In particolare, ci si domanda da dove vengono la tenacia, la pazienza, la spinta motivazionale necessarie per superare ostacoli che consumano una grande quantità di energia imprenditoriale e manageriale; il plus di capacità di innovazione necessario per essere competitivi in presenza di fattori ostacolanti che impattano sensibilmente sui costi del lavoro, dei finanziamenti, dei trasporti, dell’energia; sui tempi e sui costi di realizzazione degli investimenti; sui rischi, strategici e operativi, inerenti ai business; la forza morale di rimanere fedeli a una scelta di campo di fare impresa in modo responsabile, con rispetto delle persone, delle regole, dell’ambiente» si legge nel volume.
«L’ipotesi che è andata via via prendendo corpo nel corso della ricerca è che, per rispondere a queste domande, occorre indagare a fondo i caratteri identitari che differenziano queste imprese da quelle di altri Paesi, nonché il loro combinarsi con caratteri identitari dell’Italia e dei suoi territori. Sistema Paese e sistema delle imprese si appartengono l’un l’altro». Come spiega Avvenire, il libro mette a fuoco «la faccia luminosa del pianeta dell’impresa italiana» attraverso le cosiddette “imprese del segreto’; quelle che nella letteratura sono denominate «multinazionali tascabili» o imprese del «quarto capitalismo ».