Il Consiglio Generale della Fondazione Giorgio Cini, Presieduto da Giovanni Bazoli, ha rinnovato oggi le cariche istituzionali e ha nominato il Cav. Lav. Gianfelice Rocca (Milano, 1948), Vicepresidente vicario. Il Cav. Lav. Rocca è anche la figura che è stata individuata per seguire a Giovanni Bazoli, in carica dal 1999, alla guida della prestigiosa istituzione veneziana. Il passaggio di consegne avverrà nel corso del 2023.
“Sono felice che il dottor Gianfelice Rocca abbia accettato di prendersi cura della Fondazione Giorgio Cini. – ha affermato il Presidente Cav. Lav. Giovanni Bazoli – Rocca non ha bisogno di presentazioni in quanto è alla guida di due realtà che sono all’avanguardia nel nostro paese e nel mondo, una nel settore industriale e l’altra nell’ambito dell’assistenza e della ricerca sanitaria e scientifica. Ma voglio sottolineare l’aspetto che più mi rassicura e che fa sì che la persona di Gianfelice Rocca sia la migliore scelta possibile per il futuro della nostra istituzione: il rapporto storico di vicinanza e amicizia che intercorre tra la famiglia Rocca e Vittorio Cini, testimoniato anche da una lettera che il 31 gennaio del 1975 Agostino Rocca scrisse a Vittorio Cini quando entrambi avevano 90 anni. Un rapporto così intenso, che nell’affidare la guida della Fondazione Cini a Gianfelice Rocca mi sembra quasi di riconsegnarla nelle mani del suo Fondatore”.
“Sono onorato di questa nomina. – ha dichiarato il Cav. Lav. Gianfelice Rocca – La Fondazione Cini ha organizzato, e continua ad organizzare, iniziative che concorrono alla promozione del pensiero contemporaneo catalizzando i più grandi artisti e intellettuali internazionali. Il mio mandato sarà ispirato dalla figura del suo fondatore, Vittorio Cini, industriale illuminato, amico di mio nonno Agostino Rocca. Nel corso del mio mandato voglio tenere centrale il ruolo di Venezia che Cini vedeva nel futuro, di cui l’Isola di San Giorgio è il fulcro, in particolare come snodo di dialogo con l’Oriente. Ritengo che in un momento storico difficile caratterizzato da un pessimismo verso la globalizzazione, sia importante dare nuovo slancio internazionale alla nostra istituzione, non dimenticando la riflessione tra scienza, filosofia, umanesimo; la relazione tra arte e industria, e non da ultimo l’ambiente.”ù