
Domenica 16 aprile si è svolta la Giornata Mondiale della Voce, una ricorrenza importante specialmente per chi la voce l’ha persa a causa della SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica). In quest’occasione le persone di Zambon, multinazionale farmaceutica orientata allo sviluppo di terapie innovative volte a migliorare la salute e la qualità della vita dei pazienti, hanno “donato” 125 voci per un totale di 15.500 parole che si aggiungeranno alla “banca della voce” messa a disposizione dei pazienti grazie al progetto My Voice, promosso da AISLA – Associazione italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica per permettere a tutte le persone con SLA di tornare a comunicare con una voce umana.
Con l’iniziativa – allargata anche alle imprese che fanno parte di OpenZone, il campus scientifico ideato da Zambon completamente dedicato alla salute, situato alle porte di Milano – l’azienda si schiera al fianco di AISLA. Si tratta di un aiuto concreto per chi rischia di perdere la capacità di parlare con la propria voce a causa della malattia, uno dei motivi di maggiore sofferenza per le persone con SLA e per i loro familiari. Attualmente, esistono strumenti di Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) come il comunicatore oculare, fondamentali per permettere di trasferire i messaggi. Tuttavia, i registri vocali sintetizzati elettronicamente al loro interno conferiscono un tono di voce metallico e impersonale che spesso crea distanza e disagio. Una sofferenza che va a minare anche la stessa identità della persona, che non si riconosce in questi suoni.