L’ospedale e il museo, la cura e la bellezza. Due realtà allineate, intrecciate, per rimettere al centro della malattia l’umano ed alleviare le preoccupazioni con la potenza artistica. Un legame sancito dal progetto «Brera in Humanitas» — avviato nel 2021 e realizzato dalla collaborazione tra l’Istituto clinico, la Pinacoteca e l’Associazione «Amici di Brera» con il suo presidente Carlo Orsi — che porta 23 dettagli di 15 capolavori della galleria tra le sale d’attesa dell’ospedale.
Tra i 13 pittori «traslocati», si va da Hayez a Raffaello, passando per Bellotto, Crivelli e Piero della Francesca. Ingrandimenti in scala 1:36 stampati su una pellicola capace di riprodurre perfino le pennellate e le crepe delle tele originali. In totale, 26o metri quadrati di pareti artistiche. Così, all’Humanitas di Rozzano i dipinti prendono (un’altra) vita.
“Questo progetto — racconta il Cav. Lav. Gianfelice Rocca, presidente di Humanitas al Corriere della Sera — è un esempio di collaborazione tra due grandi istituzioni radicate sul territorio ma con una chiara vocazione internazionale. La bellezza aiuta a non perdere le radici quando si entra negli ospedali che sono un crocevia di bisogni. “Brera in Humanitas” rende ancora più vero il legame tra cura e arte per le tantissime persone che ogni giorno passano di qui”.
Tra queste migliaia alle quali regalare momenti di evasione, non solo i pazienti e i loro parenti, ma anche i dipendenti della struttura. Infatti, ad accompagnare i 23 metri degli spogliatoi interrati del personale, sono i panorami lombardi di Bellotto nella «Veduta di Gazzada». Qui boschi e vette innevate offrono «una boccata di ossigeno ad inizio turno», osserva un’infermiera.
«Brera in Humanitas» è la seconda tappa del progetto «La Cura e la Bellezza» iniziato con «La Carrara in Humanitas» a Bergamo nel 2018 tra gli ospedali Gavazzeni e Caste l e l’Accademia Carrara.