“Le imprese italiane hanno sempre dimostrato la capacità e la volontà di innovare e innovarsi per contrastare gli scenari più catastrofici. Anche se adesso serve un segnale forte che dia certezze alle imprese. Quelli della mia generazione hanno forse avuto più fortuna rispetto ai giovani di oggi. Negli anni ’70/’80 tutto sembrava possibile. Avevamo meno soldi in tasca ma pensavamo di avere molte più sicurezze sul futuro, futuro che dipendeva dalla nostra volontà di impegnarci e di costruire il nostro successo. A me è capitato così. Oggi per i giovani è molto difficile e al tempo stesso molto stimolante” ha spiegato il Cav. Lav. Claudio Luti nel corso di un’intervista al Corriere della Sera durante la quale ha ripercorso la storia dell’azienda di famiglia ma anche gli inizi della sua carriera lavorativa, da sempre contraddistinta da grandi e profonde amicizie.
“Al mio ritorno da militare che feci come ufficiale, trovai il mio primo lavoro dal papà di una mia amica. Era un commercialista e stava cercando un giovane per lo studio, a zero lire. Imparai moltissimo e appena possibile decisi di aprire il mio studiolo. In realtà poi conobbi Santo Versace che un giorno mi chiamò e mi disse: c’è mio fratello Gianni che fa lo stilista e si trasferisce a Milano, gli puoi dare una mano, prenderlo come cliente”.
“Dopo undici anni decisi di uscire e di vendere le mie quote alla famiglia Versace. E mi ritrovai a ripensare al mio futuro con la serenità finanziaria che mi ero guadagnato e una famiglia che mi sosteneva nelle scelte. Mia moglie è cardiologa. Abbiamo due figli. Lorenza e Federico di cui, quando erano piccoli, si è occupata moltissimo la mia mamma che ha sempre abitato vicino a noi. Grazie all’avvocato e al commercialista di famiglia arrivò Kartell. I miei suoceri l’avevano fondato insieme a un socio e in quel momento volevano uscire così io colsi l’occasione”.
«Per me la relazione diretta umana viene al primo posto. Famiglia e amici sono il capitale più importante. Con gli amici con cui trascorro il mio tempo libero condivido le mie passioni. Milano? Oggi Milano conserva quella sua capacità di essere motore, incubatore di energia, attrattore di creatività e innovazione. Qui si combinano il lavoro, gli amici, la famiglia, ci accomuna la voglia di lavorare, discutere, confrontarci e divertirci, stare insieme. Questo è Milano, almeno per me”.