Il presidente di Federchimica, Cav. Lav. Paolo Lamberti, invoca interventi urgenti per tenere a galla il settore.
“Molte imprese si trovano a dover ridurre i livelli di produzione e per alcuni settori si fa sempre più consistente l’ipotesi di un’interruzione, con effetti nefasti sul settore manifatturiero, data la posizione prominente della chimica per quasi tutte le filiere. Abbiamo parecchi segnali, soprattutto da aziende che hanno produzioni di chimica di base, quali ammoniaca, acido solforico, cloro soda, o che usano molta energia, come i gas tecnici, i fertilizzanti, abrasivi, e colorifici ceramici. Per molti operare in queste condizioni significa non arrivare nemmeno alla copertura dei costi variabili: questo vuol dire che bisogna fermare gli impianti”.
Il nostro paese è il terzo produttore chimico in Europa, con una quota del 10%, e il decimo nel mondo, con un valore della produzione di 56 miliardi. Il settore, molto impegnato sulla transizione ecologica, ha da sempre un ruolo anticipatore nelle tendenze e nelle dinamiche della manifattura perché “è un’infrastruttura tecnologica. Oltre il 70% dei prodotti chimici viene infatti impiegato in tutti i settori industriali e nelle costruzioni, ma il suo utilizzo é rilevante anche nei servizi, così come nei consumi finali. Quasi tutte le filiere risentirebbero pesantemente di una frenata della chimica, dettata da costi insostenibili dell’energia o dal razionamento dell’offerta”.