Il caro energia, l’alta volatilità dei prezzi delle materie prime, la scarsità delle forniture e i ritardi nelle consegne continuano ad affliggere il sistema manifatturiero italiano.
Esplosi con la pandemia e aggravati prima dalla crisi geopolitica e poi dal conflitto russo-ucraino, questi problemi alimentano incertezze e instabilità dei mercati sui quali si abbattono anche gli effetti di un’inflazione pervasiva, che a sua volta alimenta timori di strette monetarie dalle ricadute potenzialmente depressive.
“Le aziende della meccanica” dichiara il presidente di Anima Confindustria, Cav. Lav. Marco Nocivelli, “continuano a soffrire la mancanza di materie prime e microchip, spesso non riuscendo a evadere gli ordini in tempi brevi. Soprattutto le aziende che lavorano nei settori collegati all’edilizia si trovano oggi ad avere un’alta richiesta di tecnologie per la casa, ma un ritmo produttivo che non riesce a soddisfare la richiesta del mercato. Per aziende di molti altri settori si tratta invece di crisi, soprattutto per le imprese di trasformazione che trattano acciai e lamiere, alluminio e bronzo. Non da ultimo, il rincaro delle materie prime sta causando da circa due anni una riduzione della marginalità delle aziende della meccanica, che si trovano a lavorare materiali in continuo rialzo senza la possibilità di scaricare tutti i costi sul cliente finale. Considerata la situazione fuori controllo, si rendono necessari tre passaggi: prima di tutto, aumentare la produzione di acciaio in Italia. In secondo luogo, intervenire sul tema dei noli marittimi, rincarati anche del +500% in alcune tratte con un effetto devastante sul prezzo dei materiali importati in Italia. Infine, è necessario intervenire in maniera strutturale sul caro energia, permettendo alle aziende di alleviare l’incidenza delle bollette sui costi aziendali. Come Anima apprezziamo le misure contenute nel Dl Aiuti, dove però manca una visione futura e un piano effettivo per i prossimi anni sul tema energetico“.