Il Sole 24 Ore ha spiegato come in Italia, Paese che produce più motori che autovetture, l’allarme dell’industria sull’impatto delle politiche per la decarbonizzazione promosse dall’Ue sia destinato a rimanere alto. Dopo l’ok del Parlamento alla proposta Fitfor55, il punto è come potrebbe riaprirsi la partita.
“Dobbiamo sperare che nel passaggio al Consiglio europeo si possa recuperare la proposta dl portare l’obiettivo di riduzione della CO2 dal loo al 90% al 2035. Questo sarebbe l’emendamento di compromesso. Mi auguro che Governo italiano in questo momento, grazie alla propria autorevolezza e al ruolo dei ministri Giorgetti e Cingolani, possa trovare il consenso necessario a far passare questa proposta” ha spiegato il Cav. Lav. Marco Bonometti, presidente del Gruppo OMR sottolineando come la delibera del Parlamento abbia di fatto cancellato la neutralità tecnologica provocando per l’Italia un danno doppio. “La scelta del parlamento europeo ha di fatto cancellato la possibilità di dare riconoscimento e sostegno ai motori alimentati con carburanti non fossili, a basso contenuto di carbonio o alternativi come metano, biometano, idrogeno e bi-fuel. Il rischio è che questa posizione politica provochi la caduta in Europa della vendita delle vetture convenzionali e porti comunque un azzeramento di produzioni e investimenti con anni di anticipo sulla scadenza. il meccanismo priverebbe le aziende della componentistica legate all’endotermico delle risorse economiche necessarie ad affrontare le sfide della transizione tecnologica” ha spiegato al quotidiano. “Questa quota permetterebbe ai costruttori di continuare a lavorare sui motori “tradizionali” facendo però innovazione e riducendo ulteriormente le emissioni”.