Anche Moncler si schiera a favore dell’Ucraina. Il gruppo di Remo Ruffini, oltre alla chiusura del negozio di Kiev, ha deliberato la sospensione di tutte le attività commerciali in Russia. L’azienda è presente nei due Paesi con siti e-commerce dedicati e per il marchio Moncler anche con due negozi gestiti direttamente e tre monomarca wholesale, oltre a contare circa 100 clienti all’ingrosso multimarca.
L’esposizione totale a Russia e Ucraina nell’esercizio 2021, includendo anche i ricavi generati dai turisti russi che acquistano al di fuori della Russia, è stata inferiore al 2% del fatturato complessivo. Pur rimanendo molto elevata l’incertezza sull’evolversi della situazione e sulle possibili ripercussioni a livello macroeconomico mondiale, al momento non si prevedono conseguenze significative sui risultati dell’esercizio 2022.
Relativamente alla propria supply chain, Moncler ha tenuto a precisare che non acquista materie prime in Ucraina o in Russia, né usa terzisti ivi situati. Attualmente sia il sito produttivo diretto di Bacau, in Romania, che tutti i produttori terzi situati nelle aree limitrofe, stanno operando senza interruzioni riferibili al conflitto in Ucraina. Inoltre, sebbene a livello logistico l’attuale situazione potrebbe avere delle ripercussioni sul sistema dei trasporti e causare eventuali ritardi nelle spedizioni delle merci, non si riscontrano attualmente criticità rilevanti. Con riferimento all’incremento dei costi di produzione, non solo legato alla situazione geopolitica, e ai possibili aumenti dei costi logistici, il gruppo conferma che ad oggi non si aspetta impatti a livello di profittabilità nell’esercizio 2022. Nei due Paesi la holding impiega 19 persone alle quali sono stati assicurati aiuti economici e organizzativi. Moncler supporta inoltre Unhcr-United nations high commissioner for refugees, l’agenzia Onu che protegge e assiste i rifugiati in tutto il mondo, e altre associazioni attive nell’area.