Lo scorso anno il mercato italiano dei libri ha registrato una crescita mai vista. Secondo il rapporto che l’Associazione italiana editori (Aie) presenta ogni anno al seminario di perfezionamento della Scuola per librai Umberto ed Elisabetta Mauri, l’editoria di varia (libri a stampa di narrativa e saggistica venduti nelle librerie fisiche, online e nella grande distribuzione) ha raggiunto 1,701 miliardi di euro di vendite a prezzo di copertina, per 115,6 milioni di copie, registrando rispettivamente un +16% e +18% rispetto al 2020, un anno che – nonostante la pandemia, o forse complice la pandemia – era già andato bene. Infatti, rispetto al 2019, la crescita delle vendite è stata del 14%, del 16% quella delle copie.
L’Italia si conferma la sesta editoria nel mondo (dopo Usa, Cina, Germania, Regno Unito e Francia), con una crescita decisamente maggiore di Germania e Regno Unito, dove il mercato di varia è salito del 3%, ma minore rispetto a Spagna e Francia (+20%), che però nel 2020 aveva subito un calo. Nel 2021 è cresciuto anche il numero di nuovi titoli editi in Italia: 85.881, i116% in più sul 2020 e il 14% in più sull’ultimo anno pre-pandemico; mentre è leggermente calato (24% sul 2020) il prezzo medio di copertina, ora di 14,72 euro. Se si aggiungono anche gli ebook e gli audiolibri il valore del mercato sale a 1,881 miliardi di euro.
“Il ciclo di vita dei libri, si è allungato” ha spiegato il Cav. Lav. Stefano Mauri, presidente e ad di GeMs precisando che “Se una volta una seconda chance di essere diffuso un libro l’aveva solo se Hollywood decideva di trasformarlo in un film, oggi gliela può offrire anche un booktuber di 16 anni proveniente da una qualche parte del mondo” confermando poi la preoccupazione per l’aumento del costo della carta e della logistica, generati inevitabilmente dall’aumento del costo dell’energia.