“Il nostro è un Paese del bello e un Paese del bello non può che produrre cose di qualità. Ecco perché la filiera della moda made in Italy è un patrimonio inestimabile di cui essere orgogliosi. Io ne sono molto fiero come uomo del tessile, prima ancora che della moda».
Queste le parole del Cav. Lav. Mario Boselli, presidente di Cnmi-Camera nazionale della moda italiana dal 1999 al 2015, che già anni fa aveva coniato la definizione di «bello e ben fatto» come inno all’eccellenza della filiera. Un termine poi registrato ufficialmente alla Siae il 10 gennaio 2008. Tema oggi quanto mai attuale.
“Questa espressione è nata da una riflessione fatta negli anni del mio mandato come presidente di Cnmi ed è stata pensata per definire meglio, a mio giudizio, le ragioni del successo del Made in Italy nell’ambito fashion. Allora mi era sembrato giusto mettere a punto un documento che spiegasse come il grande successo della moda italiana fosse quello del prêt-à-porter di alta gamma e questo successo era legato alla filiera. La base del ragionamento era infatti il fatto che a monte dei prodotti dei nostri grandi stilisti ci sia questa filiera di eccellenza che fornisce tessuti e filati di grande qualità” ha spiegato il Cav. Lav. Boselli a MF.