A poche ore dall’inaugurazione della prima Esposizione Universale nel mondo arabo, il Cav. Lav. Diana Bracco ha commentato la candidatura della città di Roma lanciata dal premier Mario Draghi per il 2030.
“Ce la possiamo fare, i miei migliori auguri all’Italia” ha spiegato ricordando l’emozione e del 2015: “Il giorno dell’inaugurazione è sempre pieno di trepidazione. Ricordo ancora con grande emozione il 1° maggio del 2015. Ero all’incrocio tra il cardo e il decumano, e capii che l’edizione italiana sarebbe stata un successo appena vista la folla riversarsi sui viali del sito espositivo. Abbiamo dimostrato che il nostro Paese quando fa squadra è in grado di fare grandi cose e di farle bene”.
E a proposito della candidatura di Roma: “È una bellissima notizia. La città ha l’occasione di ribaltare l’immagine di una Capitale che per troppo tempo è stata ostaggio dei suoi limiti, quando invece ha le potenzialità per tornare a essere un riferimento culturale storico e civile per tutto il mondo. Questa candidatura può essere l’inizio di una nuova stagione di crescita e sviluppo, con significative ricadute economiche e occupazionali per tutta l’Italia”.
L’Expo come uno strumento per la ripartenza a livello globale. “A cominciare dalla ripartenza delle relazioni diplomatiche. Le Esposizioni Universali sono eventi in grado di segnare un cambio di passo, un’accelerazione, un rinascimento in termini culturali, diplomatici, sociali, economici. Per questo il Gruppo Bracco ha deciso di essere presente in Padiglione Italia in modo importante. Il 24 novembre 2021, ad esempio, in occasione del National Day, dall’Italia sosterremo il grande concerto dell’Accademia della Scala che si svolgerà alla presenza delle massime autorità italiane e internazionali. Vogliamo valorizzare il modello italiano di ricerca nel comparto delle scienze della vita, presentando soluzioni innovative in materia di salute, sicurezza e prevenzione, a partire dall’applicazione dell’intelligenza artificiale alla diagnostica per immagini. Se c’è una cosa che tutti hanno imparato dalla terribile pandemia di Covid-19 è che non bisogna mai smettere di investire in ricerca”.