Dal 10 al 19 giugno la Galleria Milano (via Filippo Turati 14) ospiterà una mostra per ricordare Luigi Spagnol, ad un anno dalla sua scomparsa. Sarà un viaggio tra i suoi ultimi dipinti e la sua vita di editore dai molteplici talenti.
L’esposizione si intitola “Luigi Spagnol: The Last Paintings 2018-2020”. Raccoglie i dipinti che Luigi Spagnol ha realizzato negli ultimi due anni della sua vita, che rappresentano un momento di svolta nella sua lunga attività di pittore, iniziata negli anni Settanta quasi clandestinamente e portata avanti in contemporanea all’attività di editore, insieme alla passione e alla pratica della musica.
Le ventiquattro tele, selezionate dal curatore Demetrio Paparoni tra l’ultima produzione di Luigi Spagnol, sono accomunate da una forte “matrice espressionista”. “Negli autoritratti di Spagnol”, nota il curatore nell’introduzione del catalogo, “il soggetto fissa lo spazio davanti a sé – lo specchio in cui si osserva mentre dipinge – e non cerca un pubblico”. Il senso della pittura per Spagnol era frutto di grande consapevolezza: “Ogni tanto penso che la pittura stessa sia la strategia che mi sono costruito per rimanere solo con me stesso”.
La mostra accoglie anche sei bacheche che testimoniano il talento e la pratica di Spagnol in diversi ambiti artistici (dalla musica alla scrittura, dall’illustrazione alla traduzione) e la sua eccellenza nel mestiere di editore.
Il Cav. Lav. Stefano Mauri (ha ricordato così i suoi successi che hanno superato il milione di copie: “Si contano sulle dita di una mano gli editor o editori che negli ultimi trent’anni in Italia ci sono riusciti con almeno due esordi. Luigi ci è riuscito quattro volte: con Parola di Giobbe di Giobbe Covatta nel 1991, con Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare di Luis Sepúlveda nel 1996, con Harry Potter e la Pietra Filosofale di J.K. Rowling nel 1998 e con Cotto e mangiato di Benedetta Parodi nel 2009. È stato l’unico editore a compiere il miracolo quattro volte”.
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