In un’intervista rilasciata al quotidiano Il Sole 24 Ore, il Cav. Lav. Diana Bracco ha raccontato, con entusiasmo e ottimismo, quali sono gli asset su cui poter contare per una vera ripartenza del Paese.
“La ricerca deve essere una componente essenziale del Pnrr da presentare alla Commissione di Bruxelles. L’importante è che il piano definitivo formulato dal governo Draghi contempli la dimensione della rottura e dell’innovazione radicale. Occorre operare sulle nuove frontiere tecnologiche. Una profonda transizione ecologica è una di queste. Inoltre, è fondamentale che la ricerca sia ben inserita e coordinata in un contesto comunitario. Perché non ha senso, oggi, considerarla soltanto un fenomeno nazionale. Senza questi elementi, il Paese rischia di non riuscire a risollevarsi. Ho desiderio di tornare a vivere appieno. Quando tutto sarà finito, l’energia rimasta finora compressa uscirà in maniera travolgente. Il connubio fra la spinta del volere tornare a vivere, a lavorare e a fare impresa e la magnitudo finanziaria espressa dal Recovery Plan può attivare un processo molto importante per il nostro Paese. Ho speranza e fiducia in Mario Draghi. Serve una svolta. Occorre integrare sempre più una visione industriale e civile in cui la ricerca sia insieme causa ed effetto di una autentica eco-sostenibilità” ha spiegato introducendo il tema dell’ambiente, a lei molto caro.
“Non ci sarà un’altra possibilità simile. Amo molto la natura e il paesaggio. Credo nell’economia circolare. Ma, proprio perché ritengo che ogni cosa sia interconnessa, penso che l’altra grande opzione su cui debba lavorare il governo Draghi, oltre alla ricerca, sia quella dell’ambiente”.
Positivo il bilancio sull’evoluzione della società contemporanea: “Sono molto contenta perla crescita della responsabilità e del potere delle donne. In Bracco, il centro di ricerca di Colleretto Giacosa, vicino a Ivrea, è guidato dalla chimica Roberta Fretta e la fabbrica di Torviscosa, in Friuli, è diretta dall’ingegnera Laetitia Laurent. Ma, quello che più importa, è la scena pubblica. In Italia abbiamo, nel governo Draghi, otto ministre: Mariastella Gelmini, Mara Carfagna, Fabiana Dadone, Elena Bonetti, Erika Stefani, Luciana Lamorgese, Maria Cristina Messa e Marta Cartabia. Maria Chiara Carrozza è la prima donna a guidare il Cnr. ll Cem di Ginevra è diretto da Fabiola Gianotti, una delle figure che meglio contemperano la fusione fra dimensione manageriale e profondità dellaricerca scientifica. Stanno gradualmente cambiando i meccanismi di selezione del potere e della responsabilità”