Circa sessanta aziende tra big pharma, piccole e medie imprese, divisioni italiane di multinazionali, tutte facenti parte della filiera del farmaco (dalla produzione del principio attivo a quella del farmaco finito) sono pronte ad aumentare la produzione o ad attivare nuove linee produttive di nuovi medicinali e di prodotti già sul mercato. Lo strumento scelto è quello del reshoring. L’obiettivo è sottrarre l’Italia e l’Europa alla dipendenza da Cina e India, ricollocando la produzione e invertendo le percentuali, dato che oggi il 40% dei farmaci utilizzati nei Paesi Ue proviene da Paesi terzi (con la Cina che ha quasi il monopolio mondiale della produzione di materie prime per i principi attivi).
A guidare il maxi-progetto è Alisei, il cluster tecnologico nazionale Scienze della vita, presieduto dal Cav. Lav. Diana Bracco, insieme alla filiera rappresentata da Farmindustria (duecento aziende e un fatturato di 34 miliardi dei quali l’85% generato dalle esportazioni), Egualia (farmaci generici, oltre cinquanta aziende e un fatturato che supera i tre miliardi e un export a quota 39%), Federchimica Aschimfarma (produzione di principi attivi, una cinquantina di imprese per un fatturato di quasi 3,5 miliardi con una esportazione del 90%.
Secondo le stime di Alisei, l’operazione dovrebbe creare 11 mila nuovi posti di lavoro. Le imprese sono pronte a investire rapidamente 1,5 miliardi. Al Governo viene chiesto di inserire il progetto nel Recovery Plan.