Si è tenuta negli scorsi giorni la presentazione del 26° rapporto Responsible care, il programma volontario mondiale che per le imprese chimiche italiane è curato da Federchimica.
I dati emersi sono particolarmente positivi: – 54% di gas serra rispetto a 30 anni fa, + 49% di efficienza energetica rispetto a 20 anni fa, grazie agli investimenti delle imprese, – 97% emissioni in atmosfera e – 77% effluenti negli scarichi idrici. Una fotografia che mette la chimica italiana in linea con li obiettivi dell’Unione Europea sui cambiamenti climatici al 2020 e 2030 come ha confermato il Cav. Lav. Paolo Lamberti, Presidente di Federchimica, in un’intervista rilasciata al quotidiano il Sole 24 Ore.
“Siamo in un momento di grave preoccupazione e incertezza ma è significativo condividere i risultati conseguiti dall’industria chimica in termini di sostenibilità. Sono dati positivi che incidono sulle prestazioni, già eccellenti, ottenute nella tutela di salute, sicurezza e ambiente: in tutti e questi tre ambiti ci posizioniamo ai più alti livelli rispetto alla media manufatturiera”.
Il rapporto, ha proseguito il Cav. Lav. Lamberti, si regge sulle tre p: persone, pianeta e prosperità. La chimica esce come uno dei settori con i tassi più bassi di infortuni e malattie professionali che dal 2010 si confermano comunque in calo del 3,7% e 5,4%.
“Lo sviluppo sostenibile, di cui la nostra industria si dimostra pioniera nei fatti, si confermerà uno dei principali motori di innovazione e cambiamento: basti pensare alle politiche dell’Unione Europea sul Green Deal oppure al Recovery Fund che pone tra i requisiti degli stanziamenti la lotta ai cambiamenti climatici, l’economia circolare, la transizione verso forme di energia più pulite”.
Leggi l’articolo integrale qui.