Dopo gli appelli di editori e librai, arriva una notizia molto attesa dal mondo del libro: anche nelle regioni “rosse”, le librerie potranno restare aperte, come conferma l’allegato 23 (a pagina 195) relativo al commercio al dettaglio del nuovo Dpcm.
“I libri sono beni essenziali e, soprattutto in un momento come questo, aiutano gli italiani a superare la solitudine e le difficoltà legate alle limitazioni della libera circolazione e della socialità: ringraziamo il Governo per aver tenuto conto dei nostri appelli, consentendo l’apertura delle librerie anche nelle zone rosse, e in particolare il ministro Dario Franceschini sempre attento alle esigenze del mondo del libro”, dichiarano il presidente dei librai (ALI Confcommercio) Paolo Ambrosini e il presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE) Ricardo Franco Levi nel giorno in cui il governo vara il nuovo Dpcm per la lotta al Coronavirus. “Ogni libreria si impegnerà per garantire la massima sicurezza all’interno degli esercizi, così come è avvenuto nei mesi scorsi, perché la salute rimane la prima cosa da tutelare: controllo degli accessi, igienizzazione degli scaffali, uso dei mezzi di protezione personale rimangono essenziali”.
“Con la decisione di oggi – continuano Ambrosini e Levi – si sostengono le librerie che stanno subendo una continua erosione di quote di mercato da parte degli store online, un disequilibrio che mette a rischio non semplici negozi, ma presidi sociali e culturali essenziali per le nostre città e, più in generale, per la vita democratica del Paese e si rinnova la scelta dello scorso 14 aprile, confermando che quella fu una precisa scelta di politica culturale: l’Italia è cultura e la cultura e il libro possono essere il volano per la ripartenza del Paese”.
“Accogliamo con piacere la decisione del Governo di tenere aperte le librerie, pur nel momento di difficoltà che il Paese sta affrontando nella gestione della pandemia. Le librerie sono risorse primarie che contribuiscono a fornire conforto ed evasione e svolgono un ruolo sociale imprescindibile”, commenta Alberto Rivolta, amministratore delegato di Librerie Feltrinelli, secondo cui “il mondo del libro ha dimostrato già durante il primo lockdown una resilienza e una duttilità a reagire con forza al cambiamento di questi mesi e sono sicuro che non si tirerà indietro nel farlo nuovamente” sottolinea Rivolta.
“Il libro è un bene essenziale e da librai raccogliamo l’onere e l’onore del ruolo che il governo ci ha riconosciuto anche in questa nuova fase della pandemia”, sottolinea Edoardo Scioscia, Amministratore e socio fondatore del Gruppo Libraccio: “Le nostre librerie sono un presidio culturale e sociale per le comunità che ci ospitano. Poter rimanere e svolgere il nostro mestiere è un importante riconoscimento della capacità messa in campo sin dal primo minuto in termini di gestione dell’emergenza e capacità di rispondere alle nuove esigenze di presidio sui temi della sicurezza degli ambienti e delle pratiche quotidiane di contatto con il pubblico. Tutto questo senza dimenticare il nostro ruolo di amplificatori della cultura che ogni giorno dialogano con lettori, curiosi, studenti e famiglie”.