“Viviamo in un paese che non ha messo al centro il fare impresa, accentuando l’ostilità con il macigno della burocrazia che non ti permette di portare avanti il tuo mestiere. Negli altri paesi iniziare una attività è una cosa molto semplice, da noi ancora prima di iniziare trovi dei freni e delle complicazioni. L’Italia, paese di trasformazione perché non ha le materie prime, ha però la grande peculiarità di sapere bene come lavorare i metalli o prodotti altamente tecnologici perché comunque l’inventiva, il design, la creatività italiana si contraddistingue in tutto il mondo. Ma non si creano le condizioni normali, non dico ottimali, per fare e qualsiasi attività diventa sempre più difficile. E aggiungo un altro elemento molto importante. Nel dopoguerra c’era l’entusiasmo, la voglia di costruire, la fiducia in quello che si faceva. Oggi l’altro elemento deterrente è la mancanza di fiducia e di prospettive del nostro paese non solo nel contesto europeo ma internazionale. Il nostro paese ha poca credibilità sia per il Paese che siamo guardando alle istituzioni, alla burocrazia, alla non certezza del diritto. Un giorno si dice una cosa e il giorno dopo si cambia, sono tutti elementi che sono un freno per chi vuole intraprendere una attività”.
A dichiararlo è il Cav. Lav. Marco Bonometti, Presidente di Confindustria Lombardia e deus ex machina di Officine Meccaniche Rezzatesi, riflettendo sulla diffusa nuova ideologia anti-imprenditoriale.
“Questa cultura anti-impresa serpeggia tra la maggior parte della classe politica che è alla ricerca di voti popolari, quelli che portano consenso e probabilmente l’impresa non aiuta a questo. Sono state fatte scelte sbagliate e come imprenditori abbiamo già detto da tempo che devono essere prese delle misure a sostegno dell’impresa. Con questo non chiediamo soldi a pioggia o dei favoritismi. Vogliamo essere messi in condizioni di poter competere a livello internazionale alla pari dei nostri concorrenti. Il costo dell’energia è, a esempio, fra i più elevati in Europa e per quanto riguarda il costo del lavoro abbiamo i costi più alti e gli stipendi più bassi. Non esiste un paese dove non si sviluppa il mercato interno. Noi sosteniamo che per farlo bisogna aumentare il potere d’acquisto che significa passare dal cuneo fiscale. Non bisogna fare migliaia di iniziative. Facciamone poche e intelligenti”.
“Abbiamo detto che vanno incentivati i prodotti a interesse nazionale. Se andiamo a dare incentivi sulle macchine elettriche vuol dire che andiamo a incentivare i produttori stranieri perché purtroppo noi non siamo ancora pronti. Nonostante tutte le iniziative che abbiamo proposto, questi ultimi governi non hanno recepito l’importanza dell’impresa. Anche oggi continuano a chiacchierare e, di fatto, all’impresa non hanno dato niente. Il progetto di rilancio del governo vede la parte preponderante delle risorse in sostegno degli investimenti delle opere delle società pubbliche, poi le famiglie e l’impresa non esiste. Non è mai stato fatto un progetto sulle politiche industriali in Italia a parte l’industria 4.0 di cui adesso si riempiono tutti la bocca ma di fatto non c’è un contenuto, una proposta concreta. Abbiamo chiesto di avere certezza nella durata di certe leggi e provvedimenti, purtroppo quello che stiamo verificando è che le cose continuano a precipitare. Non possiamo andare avanti a tenere la cassa integrazione così come è concepita oggi”.