C’è grande attesa in vista del 10 settembre, giorno in cui i Paesi europei che aderiscono al Tribunale unificato dei brevetti si riuniranno a Bruxelles per avvisare l’iter di trasferimento della sezione della Corte londinese. Amsterdam, Parigi e Monaco sono già candidate mentre l’Italia è ancora indecisa se candidare Milano o Torino. Intervistata dal quotidiano Corriere della Sera, il Cav. Lav. Diana Bracco – presidente del cluster delle Scienze della Vita, Alisei che assieme a Comune, regione, Assolombarda e Camera di Commercio ha firmato una lettera indirizzata al presidente Giuseppe Conte – spiega le ragioni che fanno del capoluogo lombardo la città ideale per la Corte Ue.
“È importantissimo che l’Italia ci arrivi con una visione precisa e una candidatura forte, portata avanti con decisione. Nessun derby: sono un autogol pazzesco”. Per Milano, riporta il quotidiano, parlano i numeri: in città un quinto delle domande italiane, molto più di quelle del Piemonte.
Capofila delle richieste il settore chimico-farmaceutico con 231 domande nel 2018 pari al 28,4 per cento del totale nazionale.
“Il tasso di crescita di presentazione dei brevetti è continuo, più alto di quello di Monaco di Baviera. La forza delle Scienze della vita risiede proprio nella capacità di ricerca e di innovazione e di non arrendersi mai e di non abbassare la guardia” dichiara il Cav. Lav. Bracco al Corriere della Sera.
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