Di seguito una testimonianza del Cav. Lav. Marco Bonometti

L’emergenza che ha colpito violentemente la Lombardia è stata arginata grazie ad un’autentica alleanza tra strutture sanitarie private accreditate e ospedali pubblici.
Fin da subito, la sanità privata ha dimostrato la piena disponibilità nel fronteggiare l’emergenza Coronavirus, mettendo a disposizione il proprio personale sanitario, medici, infermieri, OSS, le proprie attrezzature, le proprie competenze e gli spazi necessari per fare fronte alle immediate esigenze di cura dei pazienti. La delibera di Regione Lombardia del 4 marzo è stata sottoscritta da Confindustria Lombardia, Aiop (Associazione italiana ospedalità privata), Anisap (Associazioni Regionali o Interregionali delle Istituzioni Sanitarie Ambulatoriali Private) e Aris (Associazione religiosa istituti sociosanitari).
Oltre alla messa a disposizione del personale, le strutture private hanno impiegato posti letto in terapia intensiva e in degenza.
Alcuni dati: se prima dell’emergenza in Lombardia i posti letto in terapia intensiva erano in totale 1170, suddivisi in 836 negli ospedali pubblici e 334 in strutture private, durante l’emergenza Covid-19 i posti letto sono aumentati a 1600, rispettivamente 1116 nel pubblico e 484 nel privato.
I posti letto per i pazienti in degenza Covid-19 nelle strutture private sono stati complessivamente 4975, rispetto ai 7173 degli ospedali pubblici.
La forte sinergia che, anche in questo momento di straordinaria emergenza, ha caratterizzato l’azione del Sistema Sanitario Regionale lombardo testimonia come l’assetto organizzativo che vede una sussidiarietà pubblico-privato è stata una scelta vincente che occorre preservare. E’ necessario innovare laddove necessario per permettere di esprimere, ora e nel futuro, l’eccellenza tipica di un Sistema Sanitario evoluto e inserito in un ecosistema complessivo delle scienze della vita che vale il 12% del PIL regionale in termini di valore aggiunto.