Stati Uniti, Australia, Brasile, Israele, Inghilterra, Germania, Francia e tanti altri Paesi dove il virus sta arrivando con la stessa velocità, guardano oggi l’Italia per imparare dalla sua risposta all’emergenza. Nelle ultime settimane medici, infermieri, manager e ricercatori di Humanitas sono stati chiamati dai colleghi degli altri grandi ospedali italiani e stranieri per condividere la loro esperienza e fare rete. Moltissime le richieste di informazioni che riguardano ad esempio le dotazioni tecnologiche necessarie per affrontare l’epidemia, la divisione dei flussi di pazienti, la creazione di aree dedicate per i pazienti positivi al virus, la gestione dei dispositivi di protezione individuale e dei ventilatori polmonari in relazione a un aumento dei posti letto nelle Terapie Intensive. Humanitas è inoltre in costante collegamento con l’Università di Wuhan per uno scambio di informazioni e esperienze.
In pochissimi giorni grazie ad una task force di medici, infettivologi, ingegneri, tecnici, infermieri e manager l’IRCCS Humanitas, ospedale ad alta specializzazione che non disponeva di un reparto di infettivologia, si è completamente trasformato per rispondere tempestivamente all’emergenza e accogliere pazienti Covid in totale sicurezza sia per i pazienti sia per i professionisti di Humanitas, oltre a continuare a curare pazienti oncologici e neurologici come punto di riferimento della Rete oncologica e Stroke regionale.
“La trasformazione degli spazi di Humanitas, effettuata sotto grandissima pressione e grazie anche all’architettura modulare dell’ospedale, è stata rapidissima, spiega Michele Lagioia, Direttore Sanitario Humanitas, abbiamo risposto prontamente alle richieste delle Autorità e della rete delle emergenze, riconvertito a tempo record i reparti e trasformato sale operatorie in Terapie Intensive, formato medici e infermieri per operare nei nuovi reparti e proteggere sé stessi e i pazienti. È stata una sfida del tutto inedita: prima d’ora non avevamo mai gestito malattie infettive. Eppure, in meno di un mese ognuno di noi con le proprie competenze, ha contribuito ad ideare, creare e rendere quotidianità la nostra nuova realtà clinica ed assistenziale”.
Un complesso lavoro di squadra che ha coinvolto tutti i professionisti dell’ospedale, compreso il personale che ha gestito con cura i delicati aspetti della comunicazione con i pazienti e le loro famiglie, offrendo un servizio di supporto con tablet e supporto psicologico ai parenti con teleconsulto, diventando un prezioso tramite per fornire informazioni quotidiane sui propri cari.