Nel 2022 il settore della bellezza dovrebbe superare i livelli del 2019 con un fatturato di 12,5 miliardi. Pesano le incertezze legate sia ai rincari energetici e delle materie prime sia alle tensioni geopolitiche causate dalla guerra in Ucraina. Per il settore made in Italy arrivano segnali incoraggianti: dopo aver chiuso il 2021 con un fatturato di 11,7 miliardi in crescita del 10,4%, per l’anno in corso si prevede la tanto attesa ripresa dopo la crisi pandemica con ricavi che dovrebbero raggiungere i 12,5 miliardi (+6,5%) superando i livelli del 2019 che si era chiuso a quota 12,1 miliardi. Le stime arrivano dall’indagine congiunturale del Centro studi di Cosmetica Italia, l’associazione di categoria. Anche se resta un tema fondamentale da affrontare: la crisi della supply chain con l’incremento dei prezzi dell’energia e delle materie prime che sta mettendo in difficoltà il settore oltre alle tensioni tra Russia e Ucraina.
“Il Covid ha avuto un deciso impatto sulla filiera cosmetica che ha comunque saputo dimostrare una forte capacità di reazione alle mutate richieste del mercato. Le nostre proiezioni tengono conto del ritorno a una nuova normalità e allo spirito di ritrovata fiducia con cui si guarda avanti. Il settore cosmetico, da sempre, si distingue perla sua aciclicità e, anche in questo scenario macroeconomico ancora incerto, ha avuto una tenuta migliore rispetto a gran parte dei comparti del manifatturiero. Questo cauto ottimismo è avvalorato dalla graduale ripresa dell’andamento produttivo delle imprese cosmetiche, sostenuto a sua volta dal business internazionale” ha spiegato il Cav. Lav. Renato Ancorotti, presidente di Cosmetica Italia.