“Abbiamo investito 1,5 miliardi tra acquisizioni e impegni sull’ammodernamento delle fabbriche. Il risultato vede Ariston, dalla quotazione in Borsa di due anni fa, raddoppiare la propria taglia”: così il presidente esecutivo Cav. Lav. Paolo Merloni ha raccontato a L’Economia del Corriere della Sera lo sviluppo e i successi di un biennio di lavoro intenso che ha cambiato la geografia del gruppo e ha visto la realizzazione di importanti investimenti in tecnologia per costruire le fabbriche del futuro.
“La graduale riduzione degli incentivi alle caldaie a condensazione — dove si studia anche l’alimentazione a idrogeno — spinge verso nuove tecnologie come le pompe di calore a maggiore efficienza energetica. Le nostre fabbriche sono pronte per tutte le soluzioni. Sono convinto che nel breve prevarrà un mix tecnologico. Ora Ariston ha imboccato la Road to 100”.
È il manifesto dell’impegno per arrivare nel 2030, anno del centenario della società, allineata agli obiettivi di decarbonizzazione e sostenibilità dettati dall’Unione europea. Il gruppo ha disegnato cinque aree di impegno che coprono tecnologie, prodotti, catene di fornitura, governance e persone. Con i progetti a piano — circa 150 milioni di investimenti l’anno sulle fabbriche più quelli in ricerca e sviluppo —Ariston si muove sul mercato della climatizzazione che in Europa vale 12 miliardi e su quello dell’acqua calda che pesa per altri 4 miliardi. “Vorremmo crescere anche attraverso alleanze e acquisizioni e continuare ad essere uno dei maggiori player mondiali in un mercato che sarà più concentrato” conferma il Cav. Lav. Merloni.