Streparava è un caso emblematico di come la filiera della componentistica dell’automotive sceglie di affrontare l’avanzata dell’auto elettrica e della mobilità smart sottraendosi all’ineluttabilità di scelte drastiche. Secondo l’azienda c’è la possibilità di trasformare un’incognita in opportunità.
“Noi abbiamo posto da tempo le premesse per crescere, anche in presenza di novità che cambieranno l’intera industria. Lo abbiamo fatto sviluppando un metodo che privilegia una collaborazione stretta con i nostri stakeholder: la ricerca e la capacità di innovazione, che sviluppiamo nei nostri impianti, camminano insieme al rapporto con il cliente” spiega Paolo Streparava. In altri termini, si sviluppano partnership per realizzare, ad esempio, un componente adatto a un prodotto e per far nascere il relativo processo produttivo.
“Quando l’impresa chiede una sospensione per un nuovo modello, presentando una sorta di schema generale, è Streparava che si incarica di scegliere e definire materiali, geometrie e tecnologie per manufatti grezzi e semilavorati. Può essere che il cliente sia intenzionato a creare un nuovo veicolo, o ne abbia in produzione uno di serie che vuole modificare completamente: in questi casi il cliente definisce le specifiche tecniche del prodotto che vuole avere da noi. A quel punto, siamo noi ad attivarci e proporgli una soluzione completa di prodotto e di processo progettati e studiati da noi”.
Lavorare in questo modo ha portato l’azienda a diventare un gruppo che oggi ha 1.300 dipendenti e 9 stabilimenti con presenze operative in Spagna,a Valladolid, India a Bangalore e Brasile a Sete Lagos. Oltre alla factory di Adro fanno parte del gruppo Bordini Powertrain di Saronno, Varese, la Spt di Valsamoggia (Bologna) e la Alunext di Sirone (Lecco).