“Tutti condividiamo gli obiettivi ambientali ma una transizione così repentina all’elettrico non sarebbe vincente per tanti motivi. Il primo è che non abbiamo abbastanza infrastrutture per la ricarica, un altro è che l’auto elettrica costa i130% in più di una tradizionale: finirà che pochi compreranno i nuovi veicoli e il mercato si dimezzerà. Già adesso vediamo che la produzione div etture si sta riducendo: le case automobilistiche lavorano solo sull’ordinato” ha dichiarato il Cav. Lav. Persico nel corso di un’intervista a tema transizione. “Solo il nostro continente vuole questa stretta, il resto del mondo no. Prima di mettere in difficoltà un intero comparto sarebbe, perciò, meglio valutare anche altre possibili tecnologie. Negli ultimi due anni il fatturato del nostro stabilimento tedesco si è dimezzato. Il settore è crollato perché c’è minore richiesta: piuttosto che pagare un impianto nuovo per i serbatoi, le case automobilistiche adattano quelli esistenti”.
A lui ha fatto seguito il presidente emerito di Brembo, Cav. Lav. Alberto Bombassei, “la strada dell’elettrificazione della mobilità è ormai tracciata, per i produttori di veicoli e di componenti gli investimenti previsti ammontano a 500 miliardi, di cui oltre la metà già realizzati. Non è però auspicabile, aggiunge Bombassei, «che la transizione verso la mobilità elettrica possa riconoscere un ruolo ad altre tecnologie con basse emissioni o neutrali quali i cosiddetti e-fuels, ovvero combustibili provenienti soprattutto da scarti vegetali e industriali. Non vi è competizione tra ilvettore elettrico e gli e-fuels: è chiaro già oggi che la maggior parte della mobilità futura avverrà con veicoli elettrici. Ma nella transizione energetica, che durerà a livello ben oltre il 2035, l’Europa deve mantenere l’attuale superiorità tecnologica attrezzandosi per sviluppare nel frattempo tecnologie per la mobilità elettrica più evolute rispetto alle attuali presidiate dall’Asia”