Il nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro della chimica farmaceutica, se guardiamo alla sua parte normativa, sarà lo strumento per affrontare la transizione digitale e green, ma anche per sviluppare ulteriormente temi su cui questi settori hanno una sensibilità storica, come la formazione, il welfare e la salute e sicurezza. Se invece guardiamo alla sua parte economica, che ha riconosciuto 204 euro sui minimi ai 210 mila lavoratori delle 3 mila imprese coinvolte, sarà lo strumento per recuperare il potere d’acquisto in una fase di forte crescita dell’inflazione.
Paolo Lamberti, presidente Federchimica, ha commentato: “Questo accordo, raggiunto in una fase così critica nello scenario nazionale e internazionale, assume un significato di particolare rilevanza. In un clima di grande incertezza, forti della nostra cultura di relazioni industriali ispirata ai principi della partecipazione e della responsabilità sociale, abbiamo assicurato una prospettiva per il futuro delle imprese e dei lavoratori. In questo modo – e ancora una volta – la chimica, a monte di tutte le filiere produttive, potrà confermarsi motore economico per il sistema Paese”.