Rispondendo ad un’esigenza nazionale confermata da Roberto Baldoni capo della neonata agenzia per la Cybersecurity che ha dichiarato “Non abbiamo un numero adeguato di professionisti nella sicurezza informatica”, Leonardo promette di formare fino a 15mila giovani in un’accademia dedicata ai meccanismi di difesa ed attacco da incursioni cyber.
Il Cav. Lav. Alessandro Profumo, che guida il colosso della Difesa come mai sul fronte ora della «guerra ibrida» tra Russia ed Occidente, ha deciso di realizzarla a Genova riqualificando un vecchio edificio dismesso da dove si staglia il nuovo ponte San Giorgio. Perché qui c’è il supercervellone HPC-da-Vinci, capace di sfornare miliardi di miliardi di operazioni al secondo prevedendo e segnalando, con i suoi algoritmi, migliaia di eventi cyber che si verificano ogni minuto contro le nostre istituzioni centrali e locali protette nel «perimetro di sicurezza cibernetica» costruito dal governo Conte e potenziato dall’esecutivo Draghi.
“La biblioteca di incursioni (e di vulnerabilità), Leonardo la possiede a Chieti”, spiega il Cav. Lav. Profumo. Il Security Operation Center dove centinaia di analisti ed esperti hacker (buoni) lavorano per Leonardo e le sue aziende-clienti per prevenire, ridurre, attenuare, gli attacchi di criminali comuni e servizi di intelligence estera, organizzazioni mafiose che investono i proventi dei loro furti intellettuali: molte con programmi di scrittura in cirillico, cinese o iraniano. L’apprendimento del Soc, in costante aggiornamento, verrà messo a disposizione di chi parteciperà ai corsi. Docenti e test cyber verranno condotti da chi in Leonardo lavora in questo dipartimento guidato da Tommaso Profeta.