La diretta “15 Minuti” di questa settimana è stata l’occasione per incontrare il Cav. Lav. Alessandro Scelfo, Past President e Presidente Onorario del Gruppo Siciliano dei Cavalieri del Lavoro, e conoscere la sua straordinaria visione imprenditoriale che ha permesso all’azienda di famiglia, fondata dal padre nel 1926, di diventare un modello virtuoso riconosciuto in tutta Europa.
“La storia della mia azienda è intrecciata a quella della mia famiglia” ha subito spiegato il Cav. Lav. Scelfo raccontando come il padre, ingegnere laureato e occupato a Torino, tornò in Sicilia e precisamente nella sua città natale, a Enna, per seguire i lavori di collegamento tra la città e la provincia adiacente. Da quella che sembra una casualità nasce l’azienda di famiglia, la S.A.I.S. Servizi Automobilistici Ingegnere Scelfo, nella quale ben presto il Cav. Lav. Scelfo viene coinvolto stante la prematura morte del padre. Con lui l’azienda si trasforma in un Gruppo di riferimento regionale, presentando un format di trasporto inedito ed innovativo. Con cambi di passo non sempre subito ben accolti ma che, sul lungo termine, si dimostrarono più che vincenti.
“Se penso al mio lavoro, penso di aver fatto solo e sempre il mio dovere. Quando iniziai a lavorare, nel frattempo continuavo a studiare per laurearmi in giurisprudenza, mi resi conto che le spese fisse dell’azienda era troppo alte per il prodotto che avevamo. Decisi di spalmare il servizio offerto anche nelle fasce orarie secondarie, non più solo quelle di punta, e un po’ alla volta questo portò un margine operativo lordo positivo che dava respiro alle casse aziendali”.
Razionalità ma anche espansione. “Decisi poi di ristrutturare tutte le aziende di trasporto siciliane fallite o in fallimento (assumendomi l’onere dei vari TFR). Fu un’operazione importante, le imprese erano circa 20, e questo permise alla nostra azienda di espandersi in tutta la regione diventando il punto di riferimento in ognuna delle nove province”.
E innovazione tecnologica. “Tornando da un viaggio negli USA capii che gli autobus italiani non erano adatti perché venivano costruiti partendo da un telaio predisposto per un autocarro con una sistemazione dell’autista, della porta d’accesso e anche del motore, non del tutto efficiente. Convinsi il mio fornitore a stipulare un accordo con gli USA e portare in Italia un autobus a cassa portante dove l’autista è posto a sinistra e la porta d’accesso viene spostata accanto a lui per permettergli di svolgere anche l’attività di bigliettaio. L’importazione di questi autobus convince le fabbriche a fornire solo i componenti e di fatto in Europa cambia lo stile dell’autobus”.
Dopo un periodo di pausa, durante il quale il Cav. Lav. Scelfo – anche a seguito dell’ingresso dei fratelli – si è ampiamente dedicato ad attività sociali e territoriali che ancora oggi lo vedono protagonista, l’azienda torna ad avere bisogno della sua lungimiranza e si apre così il terzo capitolo, come lui stesso ha raccontato: “Tornai in azienda a due condizioni: avere i miei manager e uscire, una volta portata a termine la ristrutturazione, con la mia quota. I problemi c’erano e capii che serviva una trasformazione radicale. Gestii così l’azienda da solo e iniziai a pensare che l’utente era un cliente, che il servizio privato da noi offerto doveva essere attrattivo, riducendo tutti quei disagi che invece caratterizzavano il servizio pubblico. Costi bassi, anche a vantaggio delle casse dello Stato, servizi rapidi, intensi, funzionanti e più possibili adeguati alle esigenze dei clienti”.
Un modello vincente, annoverato come esempio virtuoso nel Rapporto 2018 sui Trasporti Pubblici Locali dall’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani, e la storia di un’azienda che rappresenta al meglio l’autenticità e la capacità di fare impresa, tipicamente italiana.
🎥 Video Intervista presente nell’archivio e disponibile tramite richiesta da inviare a: redazione@cavalieridellavorolombardia.it
Si ricorda che l’appuntamento con le dirette 15 Minuti riprenderà nel mese di settembre, dopo la pausa estiva.