“Sento troppo spesso parlare di “impatto zero” e di rispetto dell’ambiente come priorità. L’impatto zero non esiste e cercare di essere sostenibili non è semplice e comporta un profondo cambiamento della cultura aziendale e, last but not least, implica una possibile riduzione, almeno a breve, dei margini. Il percorso della sostenibilità è complesso, richiede investimenti ingenti in ReS da parte dell’intera filiera che non sono costi, ma basi per una crescita sana, con risultati trasparenti e certificabili”. A pronunciare queste parole è il Cav. Lav. Laura Colnaghi Calissoni, presidente di Carvico, nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano Il Sole 24 Ore che ha messo a fuoco il tema della sostenibilità realistica.
Una visione la sua che è stata mantenuta anche durante l’annus horribilis del Covid, che ha colpito duramente l’intera filiera del tessile-moda. Nel novembre 2020 il gruppo ha ricevuto l’alta onorificenza di bilancio Industria Felix-L’Italia che compete come una delle dieci migliori imprese italiane per performance gestionali e affidabilità finanziaria Cerved del settore moda.
“La sostenibilità ambientale e quella sociale devono avere la stessa importanza. Nel periodo di massima emergenza sanitaria, e sappiamo quanto l’area bergamasca abbia sofferto, siamo stati molti attivi sul territorio e vicini ai nostri dipendenti e alle loro famiglie in ogni modo possibile. Ma il rispetto per i dipendenti nelle sedi di Carvico in Lombardia è lo stesso che abbiamo negli stabilimenti in Etiopia e Vietnam e avere cura dell’ambiente in cui lavoriamo e viviamo è semplicemente un altro modo di avere cura delle persone” ha spiegato il Cav. La. Colnaghi Calissoni.