Per lo European Patent Office e l’International Energy Agency, l’Italia è il quarto produttore europeo ed il nono al mondo per numero di ‘clean patent’, con un tasso di crescita che dal 2000 al 2019 è stato intorno al 7% annuo. I due istituti europei hanno identificato alcuni campioni nazionali in grado di realizzare molti brevetti a basse emissioni di carbonio, come Fca, Eni e Leonardo.
L’azienda Leonardo, presieduta dal Cav. Lav. Alessandro Profumo, definisce l’innovazione, anzi, la digitalizzazione, il fattore abilitante della sostenibilità, perché riduce i consumi e l’impatto ambientale e permette inoltre di tagliare tempi e costi di produzione. Per fare un esempio, riportato anche da un articolo pubblicato sul quotidiano QN, si possono creare delle copie digitali che possono essere testate, spostate, modificate in tempo reale: alla prossima Expo di Dubai il gemello digitale del David di Michelangelo rappresenterà l’Italia mentre l’originale resterà a casa. Una operazione di rappresentanza, che però è anche il prototipo di ciò che può accadere in modo strutturale nel comparto industriale.
Sempre Leonardo ha installato ‘davinci-1’, tra i primi 100 supercomputer al mondo e uno dei primi tre nel settore Aerospazio e Difesa. Si tratta di un cervellone con potenti prestazioni di calcolo a fronte di consumi ridotti, quindi sostenibile in sé. Ma anche abilitatore di sostenibilità per gli altri, dalla manifattura alla vita quotidiana, visto che gli impieghi potranno andare dalla manutenzione predittiva delle macchine allo sviluppo delle smart cities, dall’Internet of things ai big data. Le frontiere di utilizzo del ‘davinci-1’ sono ancora da definire, ma intanto Leonardo ha già chiuso un accordo con l’azienda farmaceutica Dompè per la realizzazione di una infrastruttura di sicurezza sanitaria digitale con architettura cloud.