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LA TAVOLA ROTONDA A TEMA CREDITO E FINANZA
LE PROPOSTE PER INVESTIRE NELLA RICOSTRUZIONE DEL PAESE

Novembre 5, 2020
in 2020, Archivio

Scatenare l’energia delle imprese premiando fiscalmente i comportamenti virtuosi attraverso strumenti normativi già esistenti, accelerare il processo di realizzazione delle infrastrutture fisiche e digitali, rafforzare il sistema sanitario e ripensare la sua gestione, contrastare le povertà riducendo il disagio sociale, stimolare una collaborazione pubblico-privato che sia proficua per entrambe le parti, favorire fiscalmente il travaso tra risparmio privato e piccola media industria, massimizzare la competenza del mondo bancario negli specifici settori imprenditoriali per migliorare e rendere più efficiente il dialogo banca-impresa, poter contare su una forza politica capace di dialogare con il mondo dell’imprenditoria: sono queste alcune delle proposte emerse durante l’incontro, svoltosi in video conferenza, dei Cavalieri del Lavoro del Gruppo impegnati nel settore Credito e Finanza. L’iniziativa ha avuto come protagonisti il Cav. Lav. Giuseppe Castagna Amministratore Delegato Banco BPM, il Cav. Lav. Corrado Passera Fondatore e CEO illimity, il Cav. Lav. Stefano Preda Presidente Credit Swiss, il Cav. Lav. Umberto Quadrino Presidente Tages SpA, il Cav. Lav. Fabrizio Rindi CEO Kairos Partners Sgr.

Una tavola rotonda d’eccezione, moderata da Walter Mariotti, pensata per affrontare insieme le tante domande che affliggono il Paese e rispondere con una serie di proposte, concrete e urgenti, per far ripartire il mercato e l’intero sistema. Un contributo di neutralità, ispirato al role model, con cui i Cavalieri del Lavoro del Gruppo Lombardo confermano il loro impegno e la loro forte volontà di interagire con le istituzioni e le parti sociali, a maggior ragione in un momento di grande complessità come quello in corso.

Fondamentale, per tutti gli intervenuti, pensare ad un piano di investimenti che permetta all’Italia di cogliere la straordinaria opportunità rappresentata dai fondi europei in arrivo – “una cifra che nessun Governo ha mai avuto in un periodo così limitato” – evitando di perdere “l’unica” possibilità di ricostruzione e ripartenza del Paese.

“Per affrontare un momento di crisi va adottata una visione d’insieme, non bisogna pensare che ci sia un solo “bullet point” all’ordine del giorno” ha spiegato il Cav. Lav. Corrado Passera inaugurando il ciclo di interventi. “Ci sono azioni che vanno innescate subito e riguardano quattro asset: le imprese, le infrastrutture, la sanità e la povertà. Va scatenata l’energia delle imprese, premiando fiscalmente chi investe, chi aumenta il capitale, chi si aggrega e chi assume. Gli strumenti normativi che permettono di farlo esistono e sono già rodati, pensiamo a Transizione 4.0, all’Apprendistato (da allargare non solo ai giovani), all’Ace e anche al sistema di garanzia del credito. Finora non sono stati utilizzati per mancanza di denaro, ora che il denaro c’è bisogna attivarli. Per accelerare la costruzione di infrastrutture fisiche, digitali e di difesa del territorio bisogna avere il coraggio di applicare dei meccanismi di autorizzazione e di decisione straordinari e il nuovo ponte di Genova dimostra che se si vuole si può. Vanno investite risorse nella sanità perché il sistema si è rivelato non all’altezza e infine va contrastata la povertà perché il disagio sociale è destinato ad esplodere. Innescate queste quattro azioni, dobbiamo insistere per trasformare le riforme della scuola, della giustizia, della burocrazia e del welfare da quattro zavorre a quattro grandi opportunità”.

Una visione condivisa anche dal Cav. Lav. Giuseppe Castagna “Dobbiamo pensare a cosa possa effettivamente far crescere il paese: il lavoro ad esempio va ripensato non come sussidio ma creando una rete dell’occupazione che parta dalla formazione e che anche in caso di perdita di lavoro sia capace di stimolare un nuovo impiego e non incoraggiare la disoccupazione sussidiata”.

Visioni e strategie ampie quelle emerse dall’incontro dei Cavalieri del Lavoro del Gruppo Lombardo caratterizzate dal forte pragmatismo e dalla consapevolezza che è strettamente necessario agire con responsabilità.

Una conditio sine qua non quella del piano di investimenti che rende l’utilizzo dei fondi assolutamente non scontata come sottolineato dal Cav. Lav. Stefano Preda che ha anche invocato un’urgente politica di aggregazione delle piccole imprese: “Ci sarà un punto di partenza basato sulla fiducia ma oltre il 10% saranno gli stati di avanzamento del piano di investimento a condizionare l’effettiva utilizzazione dei fondi. Tutto dipende dalla capacità di snellire la burocrazia, velocizzare la giustizia civile, permettere di portare avanti un progetto senza un numero infinito di autorizzazioni, ridurre l’impatto della politica sulle decisioni economiche. Se non ci si impegna prioritariamente su questi temi, non avremmo nemmeno l’opportunità di provare a ricostruire il Paese. E il tema delle riforme si lega a quello delle strutture a cui questi grandi capitali sono destinati: infrastrutture, reti, cyber security, asset su cui si concentra la politica di investimento favorita dall’Unione Europea. È sotto gli occhi di tutti come la struttura industriale italiana non abbia purtroppo una straordinaria presenza di imprese in tali settori. Anzi, il Sistema Italia è popolato da molte piccole imprese e oggi è arrivato il momento di dire che “piccolo non è bello” a meno che il piccolo non appartenga alle filiere rilevanti per il grande. Ecco perché va data molta attenzione ad una politica di aggregazione”.

Sostenere le piccole imprese che non performano stimolando un’aggregazione che porti ad una crescita collettiva e potenziare la capacità dei fondi, anche privati, che su queste possono investire: un tema condiviso da tutti i Cavalieri del Lavoro intervenuti, che si sono anche soffermati sul rapporto pubblico – privato.

“Non dobbiamo avere paura dell’intervento dello stato nelle imprese e non dobbiamo avere paura dell’intervento dei privati nelle infrastrutture di monopolio statale” ha dichiarato il Cav. Lav. Umberto Quadrino “Le imprese hanno oggi bisogno di forti capitalizzazioni e gli imprenditori sono in parte riluttanti ad aumentare il proprio rischio; in questo caso il ruolo dello Stato è fondamentale, va creato un sistema più virtuoso in cui possa intervenire, pro tempore, e poi uscire lasciando nuovamente il posto al privato. Arriveranno dei capitali che mai ci siamo sognati di poter spendere ma sappiamo che non saranno dati a pioggia per sanare deficit di bilancio. Servono piani di investimento ma se guardiamo il programma italiano, il quadro non è molto favorevole. Per le infrastrutture ad esempio il fattore limitante non è avere il capitale ma avere il progetto, oltre al fatto che le procedure di autorizzazione sono lunghe con impegno di capitali che poi non vengono spesi. Ben venga quindi l’intervento del privato”.

“Il ruolo dello Stato nell’economia, aldilà di alcuni investimenti particolarmente strategici, dovrebbe essere a supporto delle aziende muovendosi più con una logica da private equity che cerca di riportare l’azienda in bonis ma di trarre anche un beneficio finanziario. Intervenire sul capitale a solo ristoro delle perdite va fatto esclusivamente in maniera temporanea, come ad esempio in una situazione di emergenza.  Lo Stato deve sviluppare gli investimenti pubblici: il Paese ne ha bisogno. E deve favorire fiscalmente il travaso tra risparmio privato e la piccola media industria che nella sua progettualità ha bisogno di capitale: se lo Stato interviene fiscalmente, come ultimamente si è iniziato a fare, lo stimolo potrebbe essere molto rilevante” ha spiegato il Cav. Lav. Fabrizio Rindi a cui ha fatto eco anche il Cav. Lav. Giuseppe Castagna che ha allargato il tema dei risparmi privati a quello dei risparmi indiretti. “I risparmi privati dei fondi e delle persone fisiche rappresentano oggi un’enorme potenzialità e andrebbero convogliati nell’industria e nelle start-up, con strumenti fiscali ad hoc. C’è il grande tema dei risparmi indiretti, fondi pensione casse previdenza enti che raccolgono i risparmi degli italiani nelle rispettive categorie professionali e spesso li reinvestono in fondi internazionali perché non c’è un adeguato incentivo a investire nell’economia reale”.

Leggi il Comunicato Stampa del Gruppo Lombardo dei Cavalieri del Lavoro

Leggi l’articolo sul Corriere della Sera

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