“In un’azienda deve esserci la libertà che va però data a chi dimostra responsabilità. Al contempo deve essere riconosciuto il talento ma che non può prescindere dal rigore e dal rispetto delle regole”: questa la formula raccontata dal Cav. Lav. Stefano Mauri, Presidente e Amministratore Delegato di GeMS, protagonista dell’incontro 15 Minuti di questa settimana.
Una formula imprenditoriale che la storia, e i numeri, del Gruppo dimostrano essere più che vincente. Con oltre 100 anni di storia alle spalle, 20 marchi editoriali e un fatturato di 600 milioni di euro, GeMS rappresenta la seconda realtà editoriale italiana.
“Il nostro valore è la resilienza” ha spiegato il Cav. Lav. Mauri raccontando come la crescita dell’azienda sia stata realizzata non per grandi acquisizioni ma per un costante e puntuale lavoro di risanamento di realtà mal gestite. “Quando da giovane sono entrato nel Gruppo per occuparmi del marketing di Longanesi ho in realtà capito che c’erano molte altre cose da sistemare. Molte case editrici dell’epoca non andavano bene non per una cattiva editoria, che era invece molto buona, ma per una mala gestione. Non sapevano da un lato comunicare quanto facevano e la bellezza dei loro prodotti, dall’altro non riuscivano a contenere e razionalizzare tutta una serie di voci finanziare ed economiche. Una delle mie più grandi soddisfazioni è stata la ripresa della casa editrice Garzanti: sono riuscito a risanarla portandola fuori dalle secche e dimostrando che la mia visione era corretta in primis a mio papà che inizialmente aveva preferito affidarla ad un direttore editoriale. Un esperimento decisamente non riuscito”.
Piuttosto positive le previsioni per il futuro: “Durante il lockdown le librerie hanno chiaramente sofferto la prolungata chiusura ma il canale online ha continuato a performare. Da giugno il mercato italiano, così come quello francese e spagnolo ad esempio, ha recuperato, tanto che se guardiamo il periodo gennaio/settembre 2020 su quello 2019 in Italia siamo quasi in pareggio ( -5%). Quello che notiamo è che i librai indipendenti, e di quartiere, soffrono meno: finito il lockdown le persone sono tornate ad acquistare fisicamente il libro recandosi nei negozi più vicini. Il futuro? Fa ben sperare il fatto che tra i giovanissimi (10-17 anni) ben l’85% oggi legge (percentuale che scende al 30% per gli over 65). Un mercato piccolo ma in forte espansione è quello degli audiolibri. È un format che al momento non ci fa guadagnare quasi nulla ma su cui stiamo investendo perché comunque ha un grande pregio: introduce il libro in momenti quotidiani nuovi in cui fino a poco tempo fa era escluso.
🎥 Video Intervista presente nell’archivio e disponibile tramite richiesta da inviare a: redazione@cavalieridellavorolombardia.it