La Chernobyl della globalizzazione
La diffusione del Covid-19, altrimenti noto come Coronavirus, non sta avendo impatti allarmanti solo in campo sanitario ma, a causa della crescita esponenziale dei contagi e dell’impossibilità di prevederne gli effetti finali, sta causando forti conseguenze anche in campo economico e finanziario.
Il Gruppo Kairos, operatore del risparmio gestito guidato dal Cav. Lav. Fabrizio Rindi, Amministratore Delegato, offre una sintetica analisi dell’evento valutandone la portata e l’effetto sull’economia attraverso l’opinione di Guido Maria Brera, Chief Investment Officer di Kairos Partners SGR, che descrive il virus come uno spartiacque tra quello che c’era prima e quello che ci sarà dopo il Coronavirus.
È quasi assodato che la crescita globale risentirà negativamente di questa epidemia ma, come spesso accade, quello che può essere interpretato come un problema nel breve, offre un’opportunità nel medio-lungo periodo per chi saprà sfruttare il nuovo equilibrio che si verrà a creare.
Senza dubbio la sensazione è quella di essere alla vigilia di una svolta epocale, in cui “molte cose sono destinate a cambiare, non è più possibile poter contare sulla fabbrica Cina come unico fornitore, su produzioni sempre just in time e su componenti essenziali che necessariamente debbano provenire da un solo paese” sostiene Brera. Il Coronavirus potrà essere considerato la Chernobyl della globalizzazione, in cui il concetto stesso di capitalismo andrà ripensato, dopo essersi mostrato così fragile.
In un momento storico in cui l’economia e i mercati finanziari sono in difficoltà e lo scenario è incerto, è utile porre l’attenzione sul risvolto positivo che si potrà avere nel lungo termine.
Quella che si apre oggi è un’importante opportunità per le economie che più hanno sofferto della competizione cinese per rientrare in gioco.
“È difficile che sarà l’Europa, però, a beneficiare della crisi post-virus” continua Brera “perché non ha un sistema coordinato di Banche Centrali che possono autonomamente decidere di difendere i mercati”. Molto più probabile sarà invece l’introduzione di una politica monetaria espansiva, attraverso l’immissione di moneta sul mercato, per cercare di sanare la recessione alle porte, che dovrà essere seguita da una politica fiscale efficace, perché stiamo fronteggiando tre tipi di choc contemporaneamente: da domanda, da offerta e sanitario. “Una situazione mai vista nemmeno in tempo di guerra” prosegue Brera “a cui servirebbe un Piano Marshall comunitario. Abbiamo usato il mondo come una catena di montaggio, ma questo paradigma oggi si è fermato, le catene di fornitura sono inceppate. Però nel medio termine abbiamo l’opportunità di rivedere le catene di valore globale. E questo può aiutare non solo l’Europa e i Paesi come l’Italia, ma anche l’ambiente. Questa è una delle famose crisi che ci aiutano a costruire l’Europa”.